28 marzo 2006

CAVALIERI E BOSCAIOLI


Questa sera che noia....
In televisione a Ballarò c'è Berlusconi (tanto per cambiare!).
Su Rai1 Montalbano visto e rivisto (Zingaretti è molto più bello e più figo e più simpatico anche se ha la stessa quantità di capelli derr President)
Dovevo andare a vedere il caimano ma il mio meraviglioso marito aveva troppo sonno....
Quasi quasi mi metto su "7 spose x 7 fratelli" e complice l'ora legale me lo vedo con mia figlia: divano, copertina e tante coccole!

27 marzo 2006

UN MITO...

La più bella battuta della settimana l'ha detta domenica sera la Littizzetto
"mi è passato vicino Matt Dillon e ho avuto una STENDING OVULATION..."

MANTRA ELETTORALE


CATTIVI SEGNALI?



Poco fa, girovagando nei siti delle webtv streaming e compagnia bella, mi sono in battuta nel sito della CNN Italia.
Beh, la volete sapere la notizia sul sito più importante al mondo di notizie?
L'hanno chiuso!
Naturalmente quello in Italiano... non quello internazionale...
Sarà che l'Italia è un caso patologico? Oppure hanno capito che gli italiani sono un popolo un pò pecorone quindi fare informazione è tutto tempo perso? Oppure l'amico George ha già chi gli passa le informazioni, le uniche, indiscutibili e democratiche e quindi gli americani con noi non si sprecano nemmeno?
Sicuramente c'è un motivo più banale ed accettabile però a me ha fatto un pò paura.
Controllare per credere www.cnn.it

26 marzo 2006

PROPRIO NON VA!

Ultimi tre giorni da dimenticare!
Sono arrabbiata con mia figlia (non solo per la fotocamera, s'intende), al lavoro come al solito (male!), non finisco un racconto da mesi, non abbiamo ancora deciso la scuola per il prossimo anno, i diecimila progetti nel cassetto stagnano ristagnano e puzzano pure un pò, mi ha chiamato un mio amico per una lettura a teatro del suo ultimo libro che sta andando benone ed io non sono riuscita a non provare un pò d'invidia,... insomma mi sento davvero uno schifo!
Sarà che si va verso i 35 ma io mi sento un pò al capolinea o quantomeno su un binario morto.
Ho preso a mettermi la crema mattina e sera, controllo i capelli bianchi nello specchio dell'ascensore e cominciano a starmi un pò sullo stomaco 'ste ragazzine con il perizoma in bella vista! Tutti sintomi assai preoccupanti che suonano come un allarme alle tre di notte.
Dov'è tutta la mia tenacia?
Dov'è il mio entusiasmo?
E i miei sogni?
Non è mai troppo tardi, mi sono sempre detta.
Ma oggi in macchina ho sentito il sole caldo sul viso che bussava oltre il vetro per informarmi della primavera. E l'unico pensiero è stato "un altra primavera".
Poi, sdraiata sulla mia tristezza, ho lasciato che il sonno mi assalisse.

25 marzo 2006

IRA FUNESTA


Questa è una delle ultime foto fatte con la mia fotocamera digitale, dalla mia meravigliosa bambina.... ...perchè mia figlia ha scoperto la passione della fotografia... E allora, da attenti e disponibili genitori quali siamo, le abbiamo passato la nostra vecchia, scassata, macchina fotografica digitale. Ma l'altra sera, colta da un'ispirazione incontenibile ed un raptus artistico, non è riuscita a trattenersi e, senza aspettare che le prendissimo la sua, ha ben pensato di afferrare la mia. E di farla cadere a terra. Io, il tutto, l'ho scoperto il giorno dopo, quando la sono andata a prendere per portarla al lavoro perchè mi sarebbe servita proprio quella mattina....Non dava più segni di vita! La fotocamera aveva poco più di 2 mesi.. sigh...! Niente panico, c'è la garanzia..... Ops, mio marito ha perso lo scontrino..... Ok...panico! e PAROLACCE a volontà!

24 marzo 2006

OTTANTA SONO POCHI


Io Dario Fo me lo ricordo così.
Ancora in bianco e nero.
Non perchè le immagini lo fossero ma perchè la mia televisione Dumont non era a colori. Spiccava con il suo faccione a lati rosso arancione dall'alto del frigorifero con la manigliona consumata.
Me lo ricordo contorcersi e farfugliare in un dialetto che non comprendevo. Ma che mi faceva ridere. Era buffo. E poi capivo il senso.
Perchè i bambini non hanno bisogno di interpreti o corsi di lingue. Se vogliono farsi capire o ascoltare gli basta aguzzare l'ingegno, attraversare gli sguardi e tradurre i gesti, i toni della voce.
Come quando a sette anni ho insegnato a giocare a scopa ad un bambino arabo timido e fragile che aspettava il mio ritorno da scuola sul suo letto. Si chiamava Fati, o qualcosa del genere. Non chiedetemi il suo paese d'origine, non l'ho mai saputo. O non mi è mai interessato. Di sicuro qualche stato affacciato sul Mediterraneo, dall'altra parte di questo grande lago che crediamo sia nostro e invece fa burrasca o tace senza chiederci consenso. Che ci restituisce corpi e gommoni. Reperti archeologici e tracce fresche di povertà e disperazione.
Non ricordo la voce di Fati. Forse non l'ho mai sentita.
Io bussavo alla porta della stanza della pensione gestita da mia nonna in cui stava tutto il tempo che non trascorreva in ospedale. Era paralizzato dal bacino in giù. Anche i motivi della sua malattia mi erano e mi sono sconosciuti.
Mi siedevo accanto a lui e tiravo fuori le carte e cominciavano a giocare a carte. Fino a quando il padre non entrava e faceva un cenno. Io andavo via. Basta.
Così ogni anno, quando veniva per i controlli medici.
Così, come se fosse trascorsa solo qualche ora, ricominciavamo le nostre partite silenziose.
Che però dovevano piacermi. Perchè i bambini nella loro grande ingenua crudezza non conoscono la pietà e il sacrificio.
Scelgono solo ciò che gli piace. Non si piegano facilmente a compiti ingrati.

Queste due cose mi sono venute in mente oggi che ho letto dell'imminente compleanno di Dario Fo. Che per me non è il signor Nobel della letteratura. E' solo un uomo già un pò vecchio, spettinato, infilato in un dolcevita a collo alto (ah come li odiavo quegli strumenti di tortura che pungevano da tutte le parti!) e con i dentoni, che raccontava una storia esilarante di Gesù Bambino. Un ragazzino iroso, invidioso e un pò "puzzone". Un bambino come tutti gli altri insomma. Che non ci sta a predere le scommesse ed a sentirsi inferiore agli altri, soprattutto se sa fare delle cose fantasmagoriche, dei miracoli....
Io me le ricordo come se fosse ieri quelle immagini con il marchio RAI. E mi torna ancora su una risata.
E allora auguri sinceri Dario!

22 marzo 2006

BLOG GLOBAL


Non capisco...
Perchè dichiararsi no-global equivale ad confessare di appartenere ad una razza infame,? Perchè bisogna considerarli esseri terrificanti, violenti, peggio della peste, reietti?
Io non ho mai partecipato a manifestazioni violente e, a dire il vero e senza vanto, non è che scenda in piazza agni sabato pomeriggio....
Ho frequentato in passato e mi capita ancora di bazzicare i centri sociali. Un pò per la birra a prezzi popolari che per ascoltare dell'ottima musica in un ambiente informale e piacevole.
Non mi dispiacciono insomma...
Allo stesso tempo non mi fanno impazzire certi personaggi che si trincerano dentro le mura aereografate degli spazi occupati vestendo i panni dei santoni con la prpensione più all'ozio che al martirio.
Trovo insopportabili i tg che esemplificano e fanno passare tutti i manifestanti come estremisti e i ragazzi con la kefia come terroristi!
Le cose non stanno così ma la maggior parte delle persone non ha strumenti per sapere, infarciti com'è la maggioranza da pasti saporiti conditi con sensazionalismo ed ipocrisia. Un odioso moralismo che alimenta la violenza e la repulsione sbattendo in prima pagina i facinorosi. E relega nella pagina della cultura interventi illuminanti e moderati.
E allora rifletto.
E se mi fermo a pensare a mia figlia e la sua futura adolescenza, tra il baretto del centro commerciale e le scale maleodoranti di un centro sociale non avrei dubbi di sorta e mi augurerei di beccarla con la cica nel secondo posto piuttosto che a pomiciare sotto la calotta di vetro della galleria con un ragazzotto griffato e con lo scooter parcheggiato fuori.
Perchè almeno una parvenza di ideali, sia pure confusi e "copia-incolla", sarebbero lì a fare da sfondo, pronti ad essere calpestati o plasmati come abbiamo fatto tutti in meno tenera età.
Meglio questi abbagli che la curva dello stadio, i capelli rasta che le unghie smaltate e il lip-gloss a dodici anni, tre piercing sopra il sopracciglio che il tatuaggio tribale over-culo!
Sarò una madre snaturata?
Una sobillatrice di anime pure?
Una nostalgica irriducibile?
Niente di tutto questo. Ve lo assicuro.
Anzi mi sento molto vecchio stampo tipo "mangia tutto e pensa ai bambini che muoiono di fame", "chiedi scusa e porta sempre rispetto", "siamo tutti uguali, non dimenticarlo mai", "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te", "la pazienza è la virtù dei forti", "niente giocattolo nuvo perchè mamma e papà lavorano per guadagnare e i soldi non si sprecano", etc

Credere e professare principi di solidarietà, comprensione, correttezza, lealtà, impegno ed onestà. Questo per me è no global.
No global è interessarsi al tutto non solo al mio.
No global è lavorare duro e non credere ai giochi a premi.
No global è difendere il proprio lavoro costruendo il lavoro di domani degli altri.
No global è credere nella pace e nei fatti, non nelle guerre e nei proclami.

Mi sa tanto che anch'io sono un pò no global.....








21 marzo 2006

FIOCCHI DI NEVE

Tre giorni dulla neve... che meraviglia...
Per la prima volta mi sono messa gli sci ai piedi!
Che sensazione di instabilità, però....
Quindi niente di nuovo visto come ci si sente ad affrontare tutti i giorni la vita, no?
Filosofia spicciola e scherzi a parte è stata davvero una bella boccata di aria buona e nuova.
Il buio la notte che è buio davvero, il calore di rientrare da un fuori freddo e nebbioso, il tempo che passa lento e si fa vivere con calma e sapore, un bicchiere di vino buttato giù sentendone il gusto e l'aroma, un libro che non eri riuscito a finire, il sonno ininterrotto senza sogni nè incubi....
Insomma un buon motivo per tornare.
Tante ragioni per non dimenticare mai di essere viaggiatori ed esploratori, malgrado sia solo per qualche centinaia di km e senza nuovi mondi da scopire.
Se non dentro noi stessi.....

16 marzo 2006

...COME I TRENI A VAPORE, COME I TRENI A VAPORE...



Stamattina. 10.30. Solita telefonata della mia mamma che ogni giorno viene da Artena (ridente località della provincia sud, primo paese dopo i Castelli Romani per intendersi) a Roma per lavoro.
E con il suo solito ironico pragmatismo (che non somiglia mai alla rassegnazione, piuttosto a una sorta di fatalismo agnostico!) mi narra le sue vicessitudini quotidiane di pendolare.
Il pullman che porta alla stazione ferroviaria è stato bloccato per strada a causa di un non troppo tempestivo intervento dei mezzi di soccorso impegnati a prelevare da un prato un camion uscito fuori strada durante la notte precedente. Chiaramente la rimozione, che impeganava la strada principale di accesso a Valmontone, è stata effettuata tra le sette e le otto di mattina, fascia oraria notoriamente calma e che non prevede spostamenti o traffico (!?!?).
Ma nessuno si è allarmato sul pulmino perchè uno dei viaggiatori ha avvertito gli altri che il treno era in ritardo di 10 minuti.
Nessuna premonizione, naturalmente.
Ma semplicemente un sms giunto sul cellulare del compagno di viaggio con il tempo di ritardo del treno in arrivo a Valmontone.
Quindi tutti più sereni sono scesi senza scapicollarsi più di tanto... quando l'altoparlante ha risuonato all'esterno mettendo subito tutti in agitazione "Corriamo! Arriva il treno! Su sbrighiamoci! Di corsa!"
Niente paura.
Dalle casse gracchianti una voce ha annunciato un ulteriore ritardo.
E probabilmente il cellulare dell'abbonato di prima avrà vibrato in tasca.
Puntuale. Quello si.

Ho salutato mia madre, chiuso la telefonata e poi mi sono detta "ma siamo fuori? un messaggio per annunciare i ritardi?".
Non è che si impegnano a far arrivare i treni in orario ma a spedirti un sms che quantifica il tempo che dovrai attendere per il loro disservizio!!!!
Cosa ci guadagnano i pendolari? Un cappuccino e un cornetto in santa pace senza stare con un piede nel bar ed uno sulla pensilina? Se si è in macchina la libertà di rinunciare a recarsi al parcheggio e proseguire incolonnandosi nel traffico dell'ora di punta? Finire con comodo la parola crociata coinvolgendo gli altri in attesa "Due verticale: capitale del Kazakistan. 6 lettere, inizia per A... Chi me lo sa dire?".
Sono andata anche su internet a controllare ed ho scoperto il sito dedicato a questo fantastico ed innovativo servizio : www.sms.regionale.trenitalia.it
Secondo me siamo ad un livello tale di follia che non ce ne rendiamo conto e magari plaudiamo anche ad un'iniziativa del genere....

Questi ci parlano di tav, alta velocità, super treni superveloci...
E non ci è consentito opporci, manifestare.
Incazzarci, nemmeno!
Perchè siamo contro il progresso, dicono...
Sarebbe già qualcosa non farci viaggiare come bestiame o deportati!
Questo sarebbe un bel progresso, no?

Esempio1
L'altra settimana il solito treno, al ritorno, si è fermato in mezzo alla campagna di Zagarolo improvvisamente. Al buio, il riscaldamento rotto (naturalmente... la media e di una carrozza su 10 con l'impianto funzionante...).
Così per mezz'ora.
Non un annuncio, non un'indicazione.
Per poi ripartire senza scuse e senza perchè.
Ma con l'aria condizionata (!!!!) a palla. Tanto che sono arrivati con le sciarpe al collo e i cappelli calcati in testa. Fuori, alle sette e mezza di sera, in confronto, faceva caldo!
No comment

15 marzo 2006

COMPAGNI DI VIAGGIO


Vedi che strano...
Scrivere un diario è come tenere una porta aperta sul passato, spicciolando il presente nella speranza che qualcuno butti un occhio alla tua finestra e si ricordi di te in futuro....
Così, ieri, dopo aver scritto il post ed aver pensato a quel vecchio amico mi sono venuti in mente altri ricordi ed altre persone. Di Gianluca mi è tornato al mittente un ricordo bellissimo, di quando un giorno si scapicollò per comprarmi un disco di De Gregori. Andò al negozio prima dell'apertura, comprò la prima copia e poi corse a scuola per entrare alla seconda ora e potermelo dare, con l'odore buono che solo i buoni vecchi dischi sapevano emanare e l'inchiostro fresco di dedica....
Tutto perchè io potessi avere quel disco proprio il giorno dell'uscita visto che si intitolava Miramare 19.4.89.
Ce l'ho ancora quell'album...
Però qui vi posso mettere solo la copertina del cd... lo so non è la stessa cosa....

E poi mi sono messa a sentire De Gregori per tutta la sera e non mi capitava da tempo.
E una canzone in particolare mi è sembrata perfetta ed è "Compagni di viaggio"

La voglio dedicare a Gianluca e a tutti gli amici che hanno scelto imbarchi diversi ma saranno sempre due marinai....

13 marzo 2006

W L'ITALIA, W RICCARDO IACONA


Ieri sera, cosa assai rara per me, sono rimasta incollata alla tv per tutta la prima serata, trascurando persino mia figlia e leggendo a tempo di record la fiaba della buonanotte "e poi a nanna!"
Il programma "W l'Italia" andato in onda su Rai3 mi ha commosso, adirato, e infine anche depresso un pò. Si parlava di sfratti, di emergenza casa, di prezzi alle stelle. Si raccontava Milano, una città che io non conosco ma nella quale "ri-conosco" le stesse problematiche che sfiorano o investono molte persone anche dalle mie parti, a Roma.
Io non ho mai, ringraziando il cielo, vissuto questo dramma. Ma sono stata inquilina per una vita ed ho cambiato casa con una certa frequenza, allontanandomi negli anni dal centro della città in cui sono nata.
Quando torno dalle parti del Colosseo non riconosco più il quartiere, quello che ho vissuto giocando nei cortili insieme agli amici di strada, sotto lo sguardo poco attento di qualche madre o nonna che ogni tanto buttava un'occhiata dalla finestra e cacciava un urlo di rimprovero o di avvertimento. Ora, quegli appartamenti spaziosi ma poco luminosi si sono trasformati in uffici o in abitazioni griffate, chiusi dietro cortine di piante curate e cancelli antiintrusione. Non ci sono bambini in giro e non vedi anziani in fila alla bottega del lotto. Niente negozi di alimentari, niente latterie o cartolibrerie.

Anche i miei amici di un tempo sono tutti via, lontani e persi ai quattro angoli della città e provincia. Già a metà degli anni ottanta la maggior parte traslocava fuori porta (quelli che avevano trovato come me una casa in affitto) o molto più in là sulla linea della metropolitana fino ai castelli.

Ci siamo persi e dispersi.

Io non dimenticherò mai il disagio dei primi tempi quando, undicenne, fui tra i primi a finire a Piazza Re di Roma. Abitare da quelle parti era quasi una vergogna e le prese in giro non si contavano. Ora fa ridere, no?
Ma allora le distanze per noi si contavano a manciate di fermate da Piazza Venezia o il Circo Massimo.
Poi rapidamente la liturgia dei trasferimenti divenne consuetudine e nessuno ci faceva più caso. C'era si solidarietà, consigli e una tristezza che si spandeva sul gruppo che continuava caparbiamente a riunirsi il sabato sotto la statua di San Francesco a Piazza San Giovanni.
Ma il filo andava assottigliandosi, purtroppo.
Ricordo in particolare Gianluca (chissa che fine hai fatto caro compagno di mattine fredde alla fermata dell'85....), il suo dolore immenso quando dovette lasciare l'appartamento dove era nato per finire sulla Nomentana al chilometro chissàquanto....
Lo andai a trovare, imbarcandomi in un viaggio di autobus da capolinea a capolinea.
E quando arrivai era già buio. Lui mi mostrò da sotto casa una finestra illuminata tra molte altre in una palazzina circondata da alberi ancora giovani. C'èra un arco sulla facciata e in cielo era già alta la luna. Mi sono rimaste impresse solo queste due figure curve e la fretta con cui mi liquidò, quasi non sopportasse la mia intrusione in quella sua nuova dimensione periferica.
Fu una delle ultime volte che lo vidi, credo. Di sicuro è l'ultimo ricordo vivido e triste della nostra meravigliosa amicizia.
Che finì perchè la vita ci divide, prima o poi.
Ma anche perchè la lontananza e il non appartenere più fisicamente ad un luogo ci strappa le radici e ci allontana.
E allora non ho potuto, ieri sera guardando la trasmissione "W l'italia", trattenere le lacrime per quella donna anziana sbattuta in un condominio per vecchi, lontana dal suo quartiere fatto di gesti quotidiani e strade amiche.
Il suo volto scavato di vedova che ha perso tutti i suoi affetti e i suoi riferimenti.
Sette mesi dopo lo sfratto: dieci chili di meno e pacchi che chissà mai se finirà di svuotare....

Credo che negare di vivere con dignità gli ultimi anni di vita sia proprio come impedire ad un bambino di avere un futuro: crudele, inaccetabile e disumano.

Quindi mi auguro che lo ridiano, questo programma, un giorno o l'altro.

Così che lo possano vedere anche quelli che ieri erano su Canale 5 a godersi Amici, con il suo carico di pochezze e il suo titolo contraddittorio (visto che ogni volta che ho girato durante la pubblicità c'era qualcuno che litigava urlando...!).
Non credo che ci sia niente di male a concedersi un pò di svago dalla quotidianità rilassandosi davanti ad un programma di intrattenimento.
Non vorrei, però, che questo equivalga a spegnere il cervello e rifiutarsi di aprire occhi e finestre su quello che è la realtà.








12 marzo 2006

APPUNTI DI DOMENICA

Oggi è domenica. Una domenica di riposo dopo giorni di lavoro. Io non ho mai amato stare a casa in questo giorno. Perchè tutto è spento, immobile, noioso.
Ma cambiano i tempi. E le priorità.
Oggi ho una figlia e un marito. Che inizia a fare il padre a tempo pieno il venerdì alle 15 proprio quando io torno a lavorare nel mio meraviglioso mondo al contrario del part-time verticale. La bambina che tira fino a tardi per salutarmi e darmi la buona notte e farmi sentire in colpa per le successive due ore di insonnia. Ma il mio è un caso su tanti, dicevo......
E invece, in un'epoca come la nostra e in una città come la mia, è diventato anche un lusso poter trascorrere qualche ora in famiglia.
Io lavoro da sempre nella ristorazione e quindi sono abituata a "faticare" quando gli altri sono impegnati a decidere come trascorrere il tempo libero. E questo non mi pesa più di tanto. E' nell'ordine delle cose.
Non nego che sinao sempre state delle controindicazioni: salti mortali per organizzare un week-end tra amici o anche solo una cena tutti insieme. Togliersi gli abiti da lavoro di corsa, farsi una doccia al volo, arrivare sempre dopo gli altri, mangiare il primo mentre gli altri sono al dolce o addirittura spuntare un grappino a stomaco praticamente vuoto mentre alcuni sono già ai saluti e baci.
Si sopporta se sei la sola.
Anzi c'è un che di eroico, di comprensione negli altri che ti solleva dall'impeccabilità dell'abito o dalla tenuta del discorso. Ti è concesso lo sbadiglio, la stiracchiata, il capello spettinato e lo zainetto con la divisa sotto il tavolo.
Ma ora è diventata questa la normalità.
Sono in tantissimi quelli che lavorano a turni: call center, guardie giurate e addetti alla sorveglianza (fate il conto di quanti amici avevate che facevano questi lavori dieci anni fa e poi enumerate gli attuali), commesse nei centri commerciali, operai di ditte di pulizie, operatori di mense e molti altri ancora che non mi vengono in mente. Più i soliti: infermieri, dottori, giornalisti, volontari più o meno retribuiti nei servizi sociali, poliziotti, etc.
C'è qualcosa di perverso che logora così la vita e i rapporti personali. Che costringe le persone a frequentarsi solo tra consimili e lasciarsi dietro le persone "normali". Non solo difficoltà nella vita sociale. Ma anche moltiplicazione di bisogni: doppia macchina, doppi computer, doppie vacanze, tripli telefonini. Doppie case, anche.
E cosa resta quindi? Scampoli di tempo rubati al faticoso esercizio di equilibrismo pratico tra impegni, raccordi, incroci.
E' vita questa?
Poi c'è chi vive fuori dal mondo. Come maestra dell'asilo di mia figlia. Che ogni venerdì saluta i bambini ricordandogli i doveri del fine settimana: stare con mamma e papà, sabato il bagnetto e domenica la messa....
Beata lei.
Poveri noi.

09 marzo 2006

ROSPI INDIGERIBILI #2



Mah... io proprio non capisco....
Come mai si parla solo di questo stramaledetto faccia a faccia Berlusconi-Prodi?
Forse sono strana io ma....

Prima cambiano la legge elettorale contro ogni buonsenso (la precedente legge aveva permesso a questa destra di governare senza oppositori per ben 5 anni) e contro il nostro consenso (la stragrande maggioranze dei cittadini aveva votato un referendum a favore del maggioritario). Hanno imbrigliato l'elettore negandogli anche la dignità della preferenza e poi blindato le candidature decise senza confronto dai partiti. Quegli stessi partiti che dopo la stagione di Mani Pulite (bei tempi...) sono stati messi al bando dai magistrati (dicono loro) e dai cittadini (lo dice la storia).

E allora? Di cosa stiamo parlando? Di un faccia a faccia all'americana?
E che abbiamo il sistema elettorale dei paesi anglosassoni noi? No, e quindi? Quindi Berlusconi non è detto che sarà il Presidente del Consiglio se vincerà il centro destra tanto quanto non ha il posto assicurato Prodi in caso contrario. Saranno i partiti e il loro bottino di voti a designare il nuovo capo del governo.

Quindi ho una proposta davvero "estrema", decisamente "alternativa": disertiamo l'appuntamento del duello televisivo.
Spegniamo la tv, andiamo fuori a cena, giochiamo con i nostri bambini o facciamoci una bella partita a Risiko! Oppure invitiamo un bel pò di amici a casa e sediamoci intorno al tavolo per mangiare pizza supplì e fiori di zucca tra una chiacchiera di politica e l'altra. Magari ci manderemo di traverso l'oliva all'ascolana nel tentativo di far valere la nostra idea. Oppure illustreremo pacatamente il nostro punto di vista versando l'ennesimo bicchiere di vino rosso al nostro amico che la pensa in modo diametralmente opposto. E tutto finirà con grasse risate e pacche sulle spalle.

Ma avremo parlato di cose reali mica di aria fritta: lavoro e università, traffico e ecologia, affitti e mutui, scuola e figli.

Mi sembra un'ottima idea, davvero geniale.... e voi cosa ne pensate?



08 marzo 2006

ROSPI INDIGERIBILI #1


Ci sono proprio che non digerisco, rospi che non riesco a mandare giù.
Ci sono le cattive notizie che leggo ogni giorno du www.peacereporter.net oppure i deliri dei politici che malgrado i miei disperati dribbling subisco nello zapping del prime time televisivo.
E poi quelle in cui incappo nella vita quotidiana.
I tacchi a punta delle mie coetanee, i cafoni che buttano le cartacce dal finestrino con sfrontata non chalance, le mamme davanti a scuola truccate e conciate come alle 23 e 30 dell'ultimo dell'anno, gli agenti immobiliari che ti citofonano come avvoltoi per interrogarti su propietari, inquilini e amministratori, l'inventore dei call center e di tutti gli inutili centralini in cui non troveremo mai le risposte e dove, frustrati ed esasperati, ce la prenderemo con dei poveri lavoratori precari con il fegato spappolato e il contratto in scadenza.
Questi solo alcuni esempi, non in ordine di importanza, scritti a casaccio.
Prometto di svilupparli con dovizia di particolari ed impressioni.

Oggi, però, voglio soffermarmi sull'ultima trovata della FIAT: la "Sedici". Certo... CHIUDIAMO GLI STABILIMENTI, DELOCALIZZIAMO, LICENZIAMO... e poi.... per risolvere la crisi mica si mettono a produrre una macchina all'avanguardia, ecologica, che risparmia carburante, che non inquina... no... inventiamoci un bel fuoristrada e facciamoci una bella campagna pubblicitaria milionaria e geniale: "un 4x4 per tutti"
Ohmiodio!!!!!!!!!

E così arriviamo al rospo dei rospi: i SUV.

Voglio fare delle doverose premesse: non conosco il significato dell'acronimo SUV, ammesso che lo sia. Potrebbe anche essere Sommessi Umili Volontari, non li odierei di meno. Aggiungo anche che non sono informata su consumi, prestazioni e caratteristiche. Non distinguo un' "H" della Honda da quella della Hunday (si scrive così?) e se dovessi testimoniare in un processo dopo aver assistito ad una rapina sarei in seria difficoltà anche se i malviventi fossero fuggiti a bordo di una macchina uscita dal concessonario con incollati gli adesivi del modello e del prezzo. Non riesco ad interessarmi a qualsiasi conversazione che riguardi motori e mezzi di trasporto, dalla bicicletta al camper. Aggravo la mia posizione confessando di avere un marito che compra tutte le riviste, ha fondato un moto club, mi mostra entusiasta automobili per strada sui cui stilo giudizi di circostanza.

Premesso tutto ciò non riesco a trattenermi dal detestare con tutta me stessa questi mostri che popolano la mia città.
Mi dicono che costano dai 40.000 euro in su (e già questo mi urta!). Tutti a lamentarsi della crisi, dell'euro, della mancanza di soldi e poi ci sono migliaia di miei concittadini che hanno speso un centinaio di milioni del vecchio conio per girare a zonzo per la città con la loro aria soddisfatta e i loro sguardi compiaciuti buttati da sopra quel metro e mezzo di ferraglia splendente? Mistero.
Sono lunghi più di una quaresima e sono sempre guidati da una persona che parla al suo cellulare, ascolta la musica dietro finestrini fumè, consulta il navigatore satellitare. Rigorosamente da solo. Metri cubi di spazio occupato inutilmente per fare la spesa (due bustine e una cassa di Lete entrano anche in una smart), per andare dal dentista (spesso per mettersi il camice, naturalmente), per andare a prendere il bimbo a scuola (che ovviamente sta in piedi nel salottino posteriore lasciando intonse le cinture di sicurezza o disertando il seggiolino), etc etc etc

Ciò che mi scuote il sistema nervoso e dover sempre costatare che il mondo va al contrario: in una città come Roma dovremmo andare tutti in autobus e se proprio non possiamo o non vogliamo rinunciare al mezzo privato dovremmo essere infilati a forza in minuscole scatolette che occupino il minor spazio possibile. Possibilmente elettriche o, meglio ancora, all'idrogeno.
E invece no! Seguiamo gli americani che hanno decuplicato i loro consumi di petrolio per colpa di 'sti suv! E noi copiamo le mode, importiamo pessime abitudini. Oltretutto senza avere strade immense da solcare, mandrie da governare o praterie da conquistare. Ma che bravi che siamo....

Io mi inbufalisco e poi mi intristico....
Mi deprimo e mi faccio venire le madonne...

Insomma anche oggi mi sono beccata la mia arrabbiatura quotidiana.
E per chiudere in bellezza ho rischiato un frontale per colpa della solita signora imbellettata, con il french fresco fresco, la pelliccia della povera innocente famiglia di visoni buttata accanto a se, il bimbo con il game boy stravaccato sul sedile posteriore, il telefonino ultimo modello appiccicato all'orecchio. Poverina.... non riusciva proprio a trovare parcheggio per il suo gioiellino da 6o.ooo testoni e quindi si è fermata in doppia fila così... d'amblé...
Ma vafffffff.......

Baci a tutti.
Comunque.

Solidea






IL RITORNO

Ridotta al silenzio da una congiura Tiscali-Telecom sono stata assente per più di una settimana. Io mi sono mancata e a voi?
Pronta a ricominciare a scrivere sul + e il - intanto vi saluto!
Soli