10 gennaio 2009

4 FRECCE E 2 CRETINI...


Non avrei mai voluto ma devo...
...sono costretta a ricominciare con un raccontino di vita vissuta e di ordinaria follia cittadina.
L'altro ieri sono in coda sulla Via Casilina. Troppo vicina alle 8 per non essere in ritardo, cucciolo nell'apposito contenitore che sbadiglia dallo pecchietto e rassegna stampa di radio3 al minimo sindacale per non sentirmi del tutto fuori dal mondo.
La smart davanti a me ha le 4 frecce inserite, dimenticate forse dopo una di sicuro evitabile doppia fila da qualche parte. Forse per prendere su la ragazzotta che dondola al suono di qualche radio commerciale. Non si baciano, non si parlano. Non saprei il loro grado o natura di legame.
Fatto sta che con colpetto educato e timido di clacson tento di attrarre la loro attenzione rafforzano con gesti contenuti delle dita ad indicare il numero "4", il lampeggiare, etc.
Ma il giovane alla guida non mi degna di sguardo.
Bene.
La fila si muove. Io sto per svoltare quindi li saluto lampeggiando tentando di fare quella che io credo possa essere posta a pieno titolo nella categoria delle "cortesie".
Per tutta risposta la passeggera abbassa il finestrino e mi grida parole incomprensibili ma intuisco volgari e violente.
Allora non è che non mi avevano notato.... non erano in letargo...
Il guidatore che li seguiva li ha giustiziati suonando il clacson con molta meno grazia di me e gli ha urlato qualcosa che a me a quel punto non interessava davvero più.
Spero solo che quando avranno buttato gli occhi sul cruscotto e si saranno resi conto dell'arcano lampeggiante si siano sentiti come i due furfanti del "delitto di paese" di De Andrè.
Ed io beghina capitolina sarò molto soddisfatta se sulla loro strada di ragazzotti presuntuosi e maleducati non troveranno il perdono ma qualcuno più arrogante di loro.